PROPOSTE PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE

 

RIMBOSCHIMENTO:


Ogni anno lo Stato italiano spende decine di miliardi per il rimboschimento di alcune aree della nostra penisola. Utilizza operatori a tempo determinato i quali si rivoltano contro al momento del licenziamento. Questa protesta ha lo scopo di essere nuovamente richiamati se gli alberi vanno in fumo. Occorre, quindi, spezzare questa spirale di violenza verso la natura inasprendo le pene per chi viene sorpreso ad appiccare il fuoco. Un controllo minuzioso del territorio, soprattutto nel periodo estivo, potrebbe ridurre il rischio di incendi sia dolosi che accidentali. Un altro modo per scoraggiare gli operatori a tempo determinato da pensieri cattivi è quello di farli operare non nella propria zona ma addirittura in un'altra regione e quindi effettuare uno scambio di risorse umane con dislocazioni diverse. Il personale fisso deve, invece, avere una preparazione coscienziosa di base per operare in modo professionale, dovrà essere corredato di mezzi tecnologicamente avanzate per intervenire tempestivamente a domare i focolai e creare progetti di bonifica incentivati. Nel contempo, lo Stato deve intervenire con leggi severe la dove la cementificazione selvaggia cerca di avere il sopravvento. Avvolte troviamo le buche delle lettere piene di volantini pubblicitari che raramente leggiamo e li cestiniamo immediatamente, Difficilmente stampiamo su tutte e due i lati di una pagina, insomma, facciamo uno spreco enorme di carta. Si da il caso che la carta proviene dagli alberi e che quindi occorre farne un buon utilizzo.

Far pagare cara la carta scoraggia lo spreco e se non c'è richiesta è sempre un albero in meno che viene salvato. Il fatto che io stia inasprendo le penalizzazioni su questo concetto è perchè mi sto basando su dati di fatto, sono poche le persone che rimangono sensibili spontaneamente a questo problema, gli altri diventano sensibili se gli vai a toccare il portafoglio.

Dall'altra parte ogni minuto 40 ettari di foresta tropicale scompaiono dalla faccia della Terra per mano dell'uomo; ogni giorno 50.000 ettari vengono disboscati; ogni anno circa 15.000.000 di ettari di verde vengono definitivamente distrutti. La ricerca di nuove terre coltivabili o da impiegare per il pascolo e la produzione di hamburger per i paesi ricchi, nel breve termine di una vita umana, 80 anni circa, cancellerà dalla faccia della terra le foreste tropicali; in Amazzonia, in Messico e in America centrale, dove i 2/3 delle foreste esistenti sono state già abbattute, si presume che entro 20 anni si possa arrivare alla loro totale distruzione. Non bisogna comunque dimenticare che anche l'Italia era un tempo fittamente ricoperta di alberi, prima che la Rivoluzione industriale, con il carbone da legna come principale risorsa energetica, portasse alla distruzione di gran parte dei boschi dell'Umbria e della Sardegna, del Tavoliere pugliese e della Calabria. Infine, le foreste europee subiscono anche l'aggressione delle piogge acide e quelle italiane vengono decimate ogni anno dagli incendi, spesso dolosi e comunque sempre legati all'incuria con cui viene gestito il patrimonio boschivo.

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LA CACCIA:


Un esempio tipico della sensibilazione popolare è ad esempio la caccia. A parte le condizioni restrittive imposte per la caccia, sono state inasprite le imposte per chi desidera andare a caccia cercando di ottenere un equilibrio prettamente democratico. Il cacciatore deve pensare che per 15 gg. di caccia dovrà spendere qualcosa come 800 mila lire, per non pensare alle spese di trasferta che non bisogna sottovalutare ai tempi d'oggi. La soluzione qual'è? Convertire il Porto d'Armi ad uso sportivo in modo che i patiti delle doppiette possono sfogare la loro passione in uno dei tanti poligoni di tiro sparsi in tutta Italia. Si continua così a mantenere attivo un commercio che altrimenti potrebbe portare alla chiusura di alcune attività. Ma quello che conta di più in questo contesto sono gli animali la cui assenza potrebbe mettere a repentaglio tutto l'ecosistema. In quei paesi dove esistono normative diverse, occorre un summit perchè tutti adottino lo stesso sistema cose alquanto difficili da realizzare ma tentare non nuoce. Attenzione a non mirare solo ai cacciatori, bisogna essere coscienti che la scomparsa di alcuni uccelli non è da imputarsi solo ai cacciatori ma ai crittogamici usati nell'agricoltura. La chimica usata per le culture non solo danneggia la nostra salute ma uccide la selvaggina. Sappiamo benissimo che il mercato agricolo gioca al rialzo, alcuni contadini, incuranti della salute altrui non aspettano il tempo necessario perchè il prodotto sia innocuo, al momento che il prezzo è buono raccolgono il prodotto e passano subito alla vendita. Anche in questo settore occorrono leggi particolari, un controllo per capire se il prodotto è trattato o meno e privilegiare i prodotti naturali.

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SMALTIMENTO DEI RIFIUTI:


Fare la raccolta differenziata è l'obbiettivo principale che ci si propone nella civiltà dei consumi. Come sensibilizzare l'opinione pubblica e soprattutto, come indurre le persone a farlo. Per le bottiglie di vetro, ad esempio, potrebbe ricevere uno sconto sul pagamento dello smaltimento rifiuti se si dimostra con apposita carta magnetica di aver effettuato la differenziazione e così pure per gli altri componenti per le quali occorre la separazione dai rifiuti normali. Ma i rifiuti più importanti sono quelli di tipo industriali per i quali occorrono leggi specifici e controlli appropriati. Per esempio, le buste di plastica, le confezioni in PVC , in Polietilene sono prodotti derivati dal petrolio mentre le buste di carta no. Esistono prodotti derivati dal granoturco e quindi biodegradabili i quali, con opportuni trattamenti, si prestano bene per particolari confezioni e possono avere particolari resistenze meccaniche. Gli inceneritori, a sua volta devono essere attrezzati di particolari filtri perchè i prodotti derivati dalla combustione creino minor danno all'ambiente. Occorrono studi particolari perchè i prodotti tossici , acidi, possano essere neutralizzate e quindi innocue per l'ambiente. Le batterie, le pile dove esiste una elevata tossicità, devono essere trattate e neutralizzate da ditte specializzate nella neutralizzazione di particolari rifiuti solidi. Per esempio, a Milano ci sono ditte specializzate con macchine dedicate il cui scopo è di smaltire le lampade esauste usate per l'illuminazione pubblica. Come per questo tipo di smaltimento si possono incentivare altre aziende allo smaltimento di altri tipi di rifiuti.

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VEICOLI A COMBUSTILE DERIVATO DAL PETROLIO


E quì veniamo alla parte principale dei nostro problema; il veicolo a combustibile derivato dal petrolio. Esso è la principale causa dell'inquinamento atmosferico e quantunque si faccia il possibile perchè si continui ad usare questo mezzo di locomozione, ci si dovrà rassegnare prima o poi ad usare altri mezzi che possano offrire gli stessi risultati. Ogni anno nel mondo si bruciano circa 9 miliardi di tonnellate di carbone, petrolio e metano: la loro combustione provoca l'immissione nell'atmosfera di 25 miliardi (avete letto bene, miliardi) di tonnellate di anidride carbonica (più altri gas responsabili dell'effetto serra), che vanno ad aggiungersi all'anidride carbonica, metano, eccetera già presenti nell'atmosfera con l'effetto di un continuo aumento della temperatura terrestre. Per rallentare (badate bene, rallentare, non fermare) le alterazioni della composizione chimica dell'atmosfera non c'è altro da fare che frenare e limitare i consumi di energia e delle merci e servizi che richiedono energia, cioè tutti.

La verità è che i mezzi ci sono ma non esiste la volontà politica per farlo. Ci sono, purtroppo troppi interessi che girano attorno al petrolio a tal punto che le grosse compagnie petrolifere e i grossi produttori dell'oro nero si rifiutano di cedere. Ricordiamo o quantomeno abbiamo sentito parlare qualche volta di macchine ad acqua, di trazione elettrica, di automobili che bruciano il metanolo come combustibile, insomma, mezzi di locomozione a conbustibile organico. Qualcuno potrebbe dire che il rendimento di tali combustibili è basso a tal punto da non avere un motore con una grinta come quelli di adesso. Sono tutte balle, non è il combustibile che si adatta al motore ma bensì il viceversa. Comunque, la soluzione al problema non è il tipo di motore ma come convertire il potere di chi gestisce il petrolio. Anzitutto, il petrolio non può essere abolito totalmente sia per il consumo su mezzi specifici, sia per i derivati che da esso provengono. Basta cedere ai petrolieri le nuove risorse di potere e il gioco è fatto. Certo è una realtà crudele quella in cui viviamo ma quantomeno ci guadagniamo in salute. E invece oggi si gioca con provvedimenti sulla marmitta catalitica, sulla benzina verde, con i blocchi al traffico senza un miglioramento della situazione. Nessuno ha mai considerato che nelle grandi città ci sono i riscaldamenti accesi che inquinano più di qualsiasi altro mezzo? Qualcuno si è preoccupato soltanto di nominare un responsabile tecnico del riscaldamento condominiale il quale dovrebbe assicurare il buon funzionamento del bruciatore e di provvedere al filtraggio dei gas di scarico. Quanti di questi signori rispettano queste normative? Chi controlla questi addetti? Ecco da dove derivano i nostri problemi, le leggi vigenti sono fatte esclusivamente perchè lo stato gonfi le sue tasche e basta e poi magari buttarle al vento in cose di poca utilità perchè ad amministrarle sono dei burocrati ignoranti ed incompetenti.

 


INCONTRI A LIVELLO MONDIALE(CONVENZIONE SUL CLIMA A BUENOS AIRES)


I primi tre giorni della convenzione mondiale dell'Onu sul cambiamento del clima sono state sufficienti per rendere evidente la stanchezza in cui si svolgono i negoziati (3.000 delegati di 180 paesi) che dovrebbero cercare di controllare il processo di surriscaldamento della terra provocato dai gas di serra. Le discussioni tra paesi indistrializzati e quelli in via di sviluppo sono al centro del vertice di Buenos Aires. Tuttavia, contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, esistono differenze anche tra i paesi non industrializzati.

"Il Brasile non ridurrà le sue emissioni di anidride carbonica finché i paesi sviluppati non manterranno le promesse assunte con il trattato di Kyoto. Secondo le nostre stime le nazioni industrializzate non solo non hanno ottemperato al patto, ma hanno persino aumentato le proprie emissioni dell'11%. Perché dovremmo impegnarci noi se non lo fanno loro che hanno cominciato ad emettere gas dall'inizio della rivoluzione industriale e sono responsabili per il 90% dell'aumento della temperatura globale?" si è chiesto il direttore del dipartimento dei temi speciali dell'Itimaraty (la cancelleria brasiliana), Antonio José Guerreiro. La proposta brasiliana è semplice: i paesi in via di sviluppo hanno meno responsabilità nel processo di inquinamento dell'atmosfera dal momento che hanno cominciato ad industrializzarsi solo da cinquant'anni, mentre i paesi sviluppati inquinano l'atmosfera dalla metà del secolo scorso. Dato che le emissioni si accumulano, non si può considerare soltanto l'inquinamento registrato a partire dal 1990, come propongono i paesi industrializzati e come è stato stabilito dal protocollo di Kyoto. I brasiliani hanno inventato una battuta per spiegare il loro argomento: "è come se un gruppo di persone riunite a cena in un ristorante carissimo ci invitasse alla fine a prendere il caffè e dovessimo pagare il conto tutti insieme", ha commentato José Gonzalez Miguez, dell'istituto di ricerca del ministero di scienza e tecnologia del Brasile. La priorità per i brasiliani è che sia fissato un criterio oggettivo per misurare le responsabilità di ogni paese tenendo conto della prospettiva storica. Questo è il punto centrale della proposta brasiliana che sarà presentata ufficialmente alla prossima convenzione, in Giordania il prossimo anno.

Un altro dei progetti del Brasile era la creazione di un "fondo per lo sviluppo pulito", costituito dalle penalità pagate dai paesi che non si attengono agli impegni assunti. "Attraverso queste penalità si potrebbero generare delle risorse finanziarie per permettere l'acquisto di tecnologie per lo sviluppo pulito delle nazioni non industrializzate", ha spiegato Gonzalez Miguez. Ma molti governi rifiutano la proposta del fondo perché implica il coinvolgimento dei bilanci nazionali. Alla fine è stato deciso di accantonare l'idea del fondo e di promuovere meccanismi di sviluppo non inquinante, gli stessi che furono approvati nella riunione di Kyoto. Quale presidente del summit, l'Argentina ha approfittato per fare pressioni perché fosse approvata la sua proposta sugli impegni volontari. Un atteggiamento che ha creato un certo malumore tra gli altri partecipanti. L'unico paese in via di sviluppo che ha appoggiato la proposta è stato il Cile. Gli altri, e in particolare i membri del Mercosur, hanno considerato l'idea come una dimostrazione ulteriore delle "relazioni carnali" (un termine inventato dallo stesso cancelliere argentino Guido Di Tella) che esistono tra l'Argentina e gli Stati uniti.

"Il Brasile non è d'accordo con l'Argentina. Prima che tocchi a noi adottare qualunque impegno, è necessario che i paesi sviluppati mantengano ciò che hanno firmato nella convenzione di Rio del 1992, e successivamente a Berlino e poi a Kyoto. Si tratta di una disputa economica. I paesi industrializzati hanno come unico obiettivo quello di ridurre i propri costi" ha insistito Gonzalez Miguez. Sono in gioco molti fattori e interessi che rendono difficile arrivare ad un consenso. Ci sono paesi in via di sviluppo che, malgrado non abbiano assunto alcun impegno formale, stanno lavorando per ridurre l'emissione di gas, altri come il Brasile che reclamano un giudizio storico sulle responsabilità.