ENERGIA SOLARE


 

Ultimo aggiornamento:25-02-2000



CELLE FOTOVOLTAICHE

Le celle solari trasformano l'energia solare in energia elettrica attraverso un processo chiamato


fotovoltaico

.

Il sole fornisce alla terra energia sotto forma di fotoni, ovvero, particelle che viaggiano alla velocità di 300.000 Km/sec. Questi fotoni, colpendo una giunzione p-n di una barretta di semiconduttore al silicio, cedono energia agli atomi del silicio rompendo i legami tra elettroni e nucleo. In queste circostanze, gli elettroni periferici si staccano dal loro atomo e si accumulano nella zona N per effetto dell'energia ceduta dall'esterno. Si viene così a creare una differenza di potenziale ai capi della giunzione di circa 0.6V ed un flusso di elettroni quando la giunzione viene chiusa attraverso un carico.

Il processo fotovoltaico è stato scoperto da


BERQUEREL

nel 1839 e dopo un secolo vennero fatti i primi esperimenti raggiungendo rendimenti dell'ordine del 5%. Oggi le celle fotovoltaiche raggiungono rendimenti che vanno dal 15% al 18% e se ci sarebbe una volontà politica dei vari paesi, si potrebbero effettuare investimenti in questo settore tali da raggiungere risultati migliori a quelli recenti. Considerando che il sole invia sulla terra in media 1 KW/metro quadro di superficie e che una cella ha un rendimento del 10%, significa che un pannello solare di 1 metro quadro genera per conversione una potenza di 100 W.

Le celle solari hanno come vantaggio:


1) convertire la luce solare direttamente in energia elettrica senza fasi intermedie.

2) si possono collocare direttamente nei posti dove l'energia è richiesta senza bisogno di lunghe linee di distribuzione.

3) non hanno bisogno di manutenzione e hanno una vita media di circa 20 anni.

4) producono energia elettrica senza inquinamento.


Gli svantaggi si possono riassumere:


1) non producono energia elettrica in assenza di luce.

2) basso rendimento e quindi occorrono grandi superfici per generare potenze di rilievo.


I costi dell'energia prodotta attraverso le celle votovoltaiche, è notevole; 1 dollaro per chilowattora a causa del basso rendimento e del processo di lavorazione delle celle. Quest'ultime, come si è detto, sono costruite in prevalenza di silicio di cui la terra ne contiene il 28%. Si presenta sotto forma di


silice

costituita da una percentuale di

sabbia

e una parte di

quarzo

. La silice subisce un processo di raffinazione per ottenere silicio al 98% di purezza con un costo di 20 dollari al Kg. Per ottenere un rendimento elevato, occorre portare la purezza del silicio al 99.9% con costi che arrivano anche a 70 dollari al Kg. Con questo secondo processo di raffinazione, si ottiene il silicio

monocristallino

il cui costo proibitivo scoraggia la realizzazione. Il silicio meno puro ha un costo di 20 dollari al Kg con un rendimento del 10% e viene chiamato silicio

policristallino

. Per la costruzione della cella fotovoltaica occorre passare al processo di

taglio

che consiste nel ricavare delle sottili fette dal lingotto di silicio raffinato. Il secondo processo si chiama:

decapaggio

, serve ad eliminare i difetti dovuti al taglio. Il terzo processo sottopone il silicio a vapori di Boro o di fosforo allo scopo di creare una giunzione p-n. Si passa alla metallizzazione della cella per munirla di contatti metallici onde poter fare il collegamento elettrico con le altre celle. L'

antiriflesso

è un trattamento che subisce la cella perchè la luce possa incidere senza subire la riflessione. Purtroppo il 10% della luce incidente viene, in ogni caso, riflessa visto che in natura non abbiamo materiali ideali. La tensione fornita da ogni singola cella è di 0.6 V con una corrente di 30 mA per cm quadrato. Per avere delle potenze consistenti, occorre collegare le celle in serie e in parallelo per raggiungere la potenza voluta. Le celle vengono racchiuse tra due lastre di vetro e la parte non esposta al sole viene immersa in una resina al silicone come protezione da agenti atmosferici.

Un problema molto grave che si verifica in un pannello fotovoltaico è che non tutte le celle vengono illuminate con la stessa intensità luminosa o addirittura si comportano di conseguenza in modo passivo. Un secondo difetto può essere l'interruzione di una cella o il cortocircuito. Si capisce bene che in simili circostanze un intero gruppo di celle in serie o in parallelo influenzano tutte le altre abbassando notevolmente il rendimento. Per evitare questi inconvenienti, i costruttori preferiscono corredare ciascun gruppo di celle di diodi shunt che lasciano passare la corrente ad altri gruppi e proteggono le medesime da correnti eccessive.

Ecco un esempio tipico dell'applicazione dei diodi shunt:

Le tensioni convenzionali adottate dai pannelli fotovoltaici sono: 6V, 12V, 24V e 48V. In ogni caso, per impianti particolari, si possono collegare i pannelli in serie o in parallelo per ottenere caratteristiche elettriche particolari. Occorre tenere presente che ogni pannello fotovoltaico ha una tensione a vuoto come un qualsiasi generatore elettrico; questa tensione a vuoto si aggira intorno ai 20V ed una tensione nominale di 15V per la massima insolazione. Queste caratteristiche si adattano perfettamente per caricare batterie di accumulatori al piombo a 12V.

Ultimamente sono state fatte delle sperimentazioni con il silicio


amorfo

che presenta una configurazione atomica diversa dal monocristallino. Il silicio amorfo presenta una bassa percentuale di silicio e il pannello è composto depositando sul vetro delle striscie affiancate di questo materiale evitando così i processi di trattamento del monocristallino, Vengono a ridursi i costi ma si parla di rendimento inferiore al 10 %. Si stanno facendo tutt'oggi degli investimenti sull'amorfo per portare il suo rendimento al di là del 15 %.Uno degli aspetti interessanti sul silicio amorfo è quello di poterlo depositare su superfici curve e quindi poter sfruttare qualsiasi angolazione del modulo rispetto ai raggi solari.

La ricerca ha portato alla costruzione di celle fotovoltaiche con rendimenti intorno al 25% ma con costi elevati. Sono celle che usano


l'arseniuro di gallio

, pannelli che vengono per ora usati solo nel campo spaziale. Altri pannelli che hanno un rendimento pari al policristallino sono quelli che usano il

solfuro di cadmio

e il

solfuro di rame

con costi molto bassi. Tuttavia non è raccomandabile proseguire su questo tipo di celle sia perchè il cadmio non è tanto abbondante sulla terra, sia perchè tossico. Visto che una proprietà delle celle fotovoltaiche è di produrre energia elettrica in presenza di luce, occorre accumulare tale energia in apposite batterie al piombo in modo da restituirla di notte. Sia la capacità delle batterie che la superficie dei pannelli non devono essere sovradimensionati per non eccedere nei costi dell'impianto e renderlo non competitivo. Per il buon funzionamento, un impianto fotovoltaico ha bisogno dei seguenti elementi: un regolatore di carica, un diodo di blocco e l'inverter che trasforma la corrente continua in alternata.

Ritengo personalmente che, al di là della convenienza o meno di tali impianti, occorre sensibilizzare l'opinione pubblica perchè ci sia una cultura per il rispetto dell'ambiente onde investire in tali tecnologie. Si da il caso che le più importanti industrie produttrici di pannelli fotovoltaici fanno capo ad industrie petrolifere.

DIMENSIONAMENTO DI UN IMPIANTO SOLARE

Un impianto solare viene dimensionato in funzione della potenza oraria richiesta dall'utilizzatore o dagli utilizzatori e in funzione di quest'analisi e dal sito dove questo impianto deve essere installato, vengono scelti i pannelli fotovoltaici, le loro caratteristiche e la capacità totale della batteria o delle batterie per raccogliere l'energia generata.

Supponiamo che il nostro impianto solare, installato al centro Italia, debba alimentare per 24 ore al giorno un elettrodomestico funzionante a12V e che assorbe una potenza di 60W. Nel contempo, una lampada da 30W funziona per 8 ore al giorno e un computer portatile da 12W funziona per 4 ore. Si vuole calcolare il numero di pannelli da collegare in parallelo, la capacità di ogni singola batteria ed il numero di batterie da collegare in parallelo per soddisfare le esigenze del carico.

V=12V (Tensione dell'impianto)
P1=60W(Potenza elettrodomestico)
t1=24h (tempo di funzionamento dell'elettrodomestico)
P2=30W(Potenza lampada)
t2=8h (tempo di funzionamento della lampada)
P3=12W(potenza computer)
t3=4h (tempo di funzionamento del computer)
ESH=2/5 (insolazione in ore di sole equivalente)

Poniamo l'attenzione all'ultimo dato fornito dal problema e cioè che l'impianto viene installato al centro- Italia. La posizione del sito ha importanza notevole per il calcoli da effettuare in quanto l'illuminazione dei pannelli varia tra Nord e Sud dell'italia e quindi è stato definito un coefficiente chiamato ESH che vale 2 per il Nord e 5 per il Sud. Il coefficiente ESH esprime l'insolazione in ore di sole equivalente, significa che al centro Italia si può assumere un valore di 2.5, ovvero, in una giornata invernale(24 ore) il pannello fornirà una potenza equivalente a quella che lo stesso pannello fornirebbe se funzionasse nelle condizioni di massima insolazione per 2.5 ore.

Questo valore è valido se il pannello funziona per tutto l'anno con lo stesso carico inserito. Viceversa, se si intende utilizzare l'impianto per il solo periodo estivo o primaverile, il valore precedentemente espresso, lo si deve intendere raddoppiato. Ritorniamo al nostro problema e andiamo a calcolare la corrente assorbita da ciascun utilizzatore:


I1= P1/V=60/12=5A; I2=P2/V=30/12=2.5A; I3=P3/V=12/12=1A;


L'energia richiesta da ogni utilizzatore per il tempo di funzionamento si calcola:


W1=I1*t1=5*24=120Ah

W2=I2*t2=2.5*8=20Ah

W3=I3*t3=1*4=4Ah


L'energia totale richiesta dal carico al giorno è:


W=W1+W2+W3=120+20+4=144Ah/giorno


occorre maggiorare del 20% il dato precedente per eventuali perdite dell'impianto:

Wt=W+(W*20/100)=173Ah/giorno

Come detto precedentemente, l'impianto viene installato al centro Italia e supponendo che dovrà lavorare per il solo periodo estivo, il valore di ESH viene assunto pari a 5.

Ripetiamo! Il valore assunto sta a significare che il pannello lavora 5 ore al giorno al massimo rendimento.

La corrente richiesta dal pannello per 5 ore al giorno è:

Ip = Wt/5= 173/5=35A

a questo punto occorre consultare il catalogo di alcune case costruttrici di pannelli e scegliere la struttura fisica del pannello e in base al costo/potenza calcolare il numero di pannelli da collegare in parallelo.

Per il nostro scopo può andare bene un pannello policristallino che eroghi una potenza da 48W e con una corrente da 2.88A. Per calcolare il numero di pannelli da collegare in parallelo si usa la seguente formula:

n = Ip/I=35/2.88=12 pannelli

A questo punto non ci rimane che calcolare la capacità totale della batteria in tampone che servirà ad immagazzinare l'energia elettrica durante il periodo giornaliero. Ma la capacità della batteria dipende dall'autonomia che noi vogliamo fornire all'impianto, ciò significa che questo dipende sempre dal sito in cui è collocato l'impianto. E' chiaro che al Sud dell'Italia, la probabilità che il suddetto possa avere dei black-out per lunghi periodi è improbabile mentre al Nord può succedere. Allora, per questo problema le statistiche ci dicono:

Al sud Italia occorre dare una autonomia da : 6 a 10 gg.
Al centro Italia " " " " " : 10 a 12 gg.
Al Nord Italia " " " " " : superiore a 15 gg.

Nel nostro caso possiamo stabilire una riserva di tempo di 10gg , per cui, la capacità totale della batteria si calcola:

Ct = Wt*tr =173*10=1730Ah (capacità richiesta per tutto l'anno)

Poichè nel nostro caso l'impianto funziona per solo periodo estivo, il dato precedente deve essere dimezzato:

Ct=1730/2= 865Ah

scegliendo batterie con valori commerciali di capacità pari a 120Ah, il numero di batterie da collegare in parallelo si trova con la formula:

nb = Ct/Cb =865/120=7 batterie


RISPARMIO ENERGETICO


Come fare per rendere meno pesante la bolletta elettrica? Nelle nostre case ci sono tre importanti aree di intervento possibili, per pagare meno e, nello stesso tempo, mantenere un livello di comfort adeguato:


l’illuminazione, lo scaldacqua elettrico e gli elettrodomestici.

Ci sono poi altri elementi che influiscono anche notevolmente sui consumi, come

stufette elettriche e condizionatori.

Pur essendo d’uso meno frequente, meritano, in ogni caso, un’attenzione particolare.
Vi diamo intanto alcuni consigli per risparmiare sull'illuminazione.

Le lampadine ad incandescenza, che tutti abbiamo normalmente in casa, non sono un esempio di efficienza: per consumare fino a cinque volte meno elettricità, si possono sostituire, negli ambienti dove la luce artificiale è più utilizzata, con lampade fluorescenti compatte ad alta efficienza, possibilmente con alimentazione elettronica.

Il loro costo, maggiore rispetto a quello dei bulbi a incandescenza, è ampiamente recuperato nelle prime 4000 ore d’uso. Considerando che hanno una vita di circa 10000 ore, contro le 1000 ore di quelle a filamento, il risparmio è evidente. La loro qualità, poi, è notevolmente migliorata negli ultimi anni ed è possibile scegliere toni e sfumature di luce per ogni ambiente.

Che ne direste se, mandassimo acqua calda nel cestello della lavatrice presa da un collettore solare ? Si risparmierebbe almeno il 50% dell'energia consumata dall'elettrodomestico usando in parte la resistenza interna.


FUNZIONAMENTO DEI FRIGORIFERI DA CAMPER

L'abbassamento della temperatura ambientale rallenta o ferma certi fenomeni fisici o fisiologici, pertanto il frigorifero è diventato un elettrodomestico indispensabile per la nostra vita quotidiana. In casa però, disponendo di energia elettrica, usiamo dei frigoriferi a compressore mentre sui camper o in altri posti dove manca la corrente utilizziamo, per lo più, un frigorifero cosiddetto trivalente cioè in grado di funzionare a 220 volt se siamo allacciati ad una rete elettrica, a 12 volt in viaggio e a gas in sosta libera. Cerchiamo ora di capire il principio fisico della produzione del freddo per poi esaminare i due principali sistemi adottati dalla moderna tecnologia per sfruttare questa legge della natura. Un impianto frigorifero funziona in base al seguente principio fisico:


a) quando una sostanza passa dallo stato liquido a quello gassoso assorbe calore, e cioè "produce freddo"
b) quando una sostanza allo stato gassoso viene compressa e sufficientemente raffreddata, torna allo stato liquido cedendo calore.

Riassumendo, quindi, avremo:


a)fluido evaporato = sottrazione calore;

b) fluido condensato = cessione calore.


Le sostanze liquide in genere evaporano più o meno nell'atmosfera a seconda della temperatura ambiente. Più la temperatura ambiente è alta tanto più facilmente i liquidi passano allo stato gassoso. Questo passaggio dallo stato fisico liquido a quello gassoso avviene mediante sottrazione di calore all'ambiente e tale sottrazione continua fino alla saturazione ad opera del vapore dell'aria circostante. Non tutti i liquidi si comportano però allo stesso modo nei confronti dell'evaporazione: l'acqua ad esempio evapora meno facilmente della benzina e a sua volta l'alcool evapora più rapidamente di quest'ultima. La rapidità di evaporazione di un liquido è direttamente proporzionale alla sottrazione di calore nel suo cambiamento di stato. Più in fretta un liquido evapora e più freddo possiamo produrre dal suo cambiamento di stato. Questa caratteristica fisica di alcuni liquidi é facilmente constatabile nelle nostre azioni quotidiane: cospargendo il nostro corpo di un profumo o di un dopobarba, notoriamente costituiti a base di alcool, sentiamo un senso di freschezza sulla nostra pelle. Abbiamo così sperimentato che l'evaporazione avviene con sottrazione di calore. Negli impianti frigoriferi, a compressione di vapori saturi, viene quindi sfruttata questa proprietà dei fluidi che nell'evaporazione producono il freddo artificiale. Non tutti i fluidi però possiedono le stesse caratteristiche fisiche nei confronti dell'evaporazione; una certa serie di fluidi sono più facilmente evaporabili e quindi sono dei migliori assorbitori del calore e vengono utilizzati per produrre il freddo artificiale. I fluidi refrigeranti oggi maggiormente usati nella moderna tecnologia frigorifera sono: l'ammoniaca e il freon. Vediamo ora in pratica come si produce industrialmente un ciclo frigorifero partendo delle leggi fisiche. Prendiamo in esame il comportamento fisico dell'ammoniaca. Versandone un po' dal suo contenitore in un recipiente aperto, parte dello stesso evaporerà rapidamente, e la restante parte rimasta liquida sul fondo del contenitore si porterà ad una temperatura di circa -33 gradi centigradi. Continuando in questi esperimenti possiamo ora, anziché versare l'ammoniaca in un recipiente, collegare una serpentina metallica ad una bombola riempita con ammoniaca; aprendo, successivamente, di poco il rubinetto della bombola facciamo passare la stessa nella serpentina. L'ammoniaca, prima di perdersi nell'atmosfera, evaporerà durante il transito nella serpentina assorbendo, attraverso le pareti del tubo, il calore dell'aria circostante. Il fenomeno fisico sarà reso evidente dalla formazione di brina sulle pareti esterne della serpentina, dovuta al rapido raffreddamento dell'umidità contenuta nell'aria. Si é costruito così un primo rudimentale impianto frigorifero che però dovrà essere completato. Infatti se la prima funzione di un impianto frigorifero é quella di far evaporare un fluido (cioè un liquido atto a produrre il freddo), la sua seconda funzione è recuperare i gas prodotti nell'evaporazione e farli ritornare di nuovo allo stato liquido. Per ottenere questa seconda funzione, del ciclo frigorifero a compressione di vapori saturi, si debbono comprimere e raffreddare i vapori ottenuti nella prima fase. Un impianto frigorifero in praticaviene quindi costruito facendo circolare in un circuito chiuso una sostanza fluida, impiegando energia, secondo due particolari cicli: detti ad assorbimento o a compressione, ma sempre nel rispetto delle leggi fisiche esposte prima. Esaminiamo dapprima il ciclo ad assorbimento (detto anche frigorifero trivalente) molto diffuso nei camper. Nel ciclo ad assorbimento una miscela di fluidi (nel nostro caso acqua e ammoniaca) viene riscaldata in un bollitore mediante il calore fornito dalle tre fonti di energia presenti sul nostro veicolo: elettricità a 220 Volt quando siamo allacciati alla rete elettrica. corrente continua a 12 volt accumulata nelle batterie durante i viaggi di spostamento e a gas GPL in sosta libera. L'energia fornita viene trasformata in calore mediante due resistenze elettriche nei primi due casi e mediante un piccolo bruciatore nel caso di alimentazione a gas. Tutte e tre le produzioni di calore provvedono a riscaldare un unico bollitore in cui é contenuto il fluido refrigerante. Mediante tale calore la miscela acqua e ammoniaca contenuta nel suddetto bollitore si trasforma in vapore che, sotto pressione, passa in un condensatore dove si raffredda e di conseguenza si liquefà. Successivamente tale fluido transita in un evaporatore nel quale si espande ritornando allo stato gassoso con sottrazione di calore dall'ambiente circostante. Successivamente il vapore viene raccolto in un assorbitore dove viene miscelato con il restante liquido frigorigeno. A questo punto il ciclo ricomincia in quanto la miscela acqua e ammoniaca ritorna al punto di partenza e cioè al bollitore. Vediamo ora dove sono ubicate, sui frigoriferi dei camper, queste quattro parti costituenti i frigoriferi ad assorbimento (o trivalenti) e cioè: il bollitore, il condensatore, l'evaporatore e l'assorbitore. Il bollitore é ubicato sulla parete esterna posteriore del frigorifero ed é racchiuso entro il generatore o caldaia; nella caldaia sono presenti e funzionano alternativamente le tre fonti di energia che producono il calore necessario a far funzionare il nostro frigorifero. Il condensatore è ubicato anch'esso sulla parete esterna posteriore del frigorifero, in alto superiormente al generatore, é attorniato da alette per favorire la dispersione del calore in quanto la sua funzione é quella di "ricondensare" i vapori frigorigeni prodotti dal bollitore e tale azione avviene mediante scambio di calore con l'esterno. l'evaporatore é l'unico componente situato all'interno della cella frigorifera in quanto il suo compito è quello di assorbire calore durante l'espansione dei fluidi. L'assorbitore è l'insieme dei tubi situati tra il condensatore e la caldaia.

Abbiamo esaminato il principio fisico della produzione del freddo e abbiamo visto in pratica come è costruito un frigorifero ad assorbimento (detto anche trivalente); vediamo ora come è costruito un frigorifero a compressore. Successivamente possiamo prendere in considerazione quali interventi potrebbero essere necessari sul camper per migliorarne (o per farne migliorare se noi non siamo esperti nel fai da te) la funzionalità.

Il frigorifero a compressione funziona nel rispetto delle stesse leggi fisiche suddette ma utilizza un motore che aziona un compressore per produrre il cambiamento di stato del fluido. Esso contiene sempre un fluido allo stato gassoso (in genere freon) che viene aspirato da un compressore azionato da un motore elettrico (nel caso del camper alimentato dalla corrente continua a 12 Volt) dove, per effetto della compressione, diminuisce di volume e aumenta di temperatura (come nella caldaia del ciclo ad assorbimento); successivamente, in un condensatore analogo a quello visto precedentemente nel ciclo ad assorbimento, viene raffreddato a volume costante fino a liquefarsi. Dopo di che passa in un serbatoio dal quale viene immesso nell'evaporatore dove si espande bruscamente e ritorna allo stato gassoso sottraendo calore all'ambiente circostante e generando quindi il freddo. Dall'evaporatore il fluido ritorna al compressore dove il ciclo ricomincia. Vediamo ora dove sono ubicate queste parti costituenti i frigoriferi a compressore, nell'installazione sui nostri camper, e cioè: il compressore, il serbatoio, il condensatore e l'evaporatore. Il compressore,il condensatore e il serbatoio, sono di solito ubicati in quella che si chiama unità frigorifera cioè quell'insieme di componenti situati per lo più alla base o a lato del frigorifero. Tale unità frigo, data la particolare dislocazione entro un mobile del camper, è dotata di un impianto di ventilazione che provvede a raffreddare sia il condensatore che il motore del compressore e quindi a far funzionare il frigorifero. Infatti senza tale raffreddamento, non presente sui nostri analoghi frigoriferi di casa, il freddo non può essere prodotto. L' evaporatore invece, come nel caso precedente del ciclo di assorbimento, è ubicato entro la cella frigorifera

 

Come migliorare la funzionalità del frigorifero dei camper.

Dopo aver esaminato il principio fisico della produzione del freddo e le modalità di realizzazione pratiche di un frigorifero trivalente e di uno a compressore, possiamo ora passare ad esaminare quali accorgimenti tecnici possiamo adottare per migliorane il suo funzionamento nelle condizioni più gravose e cioè con il grande caldo.

Frigoriferi a funzionamento trivalente

- Modalità di installazione:
a) aerazione del condensatore: benché il frigorifero sia progettato per essere installato in un veicolo da campeggio non sempre l'allestitore rispetta le prescrizioni del costruttore per quanto riguarda l'aerazione del condensatore: Tale aerazione é basilare per far funzionare il nostro frigorifero. Se essa é scarsa in quanto non rispetta quanto prescritto dal costruttore e cioè una superficie libera di almeno 250 cm cubi (valore minimo per un frigorifero da camper da 110 litri); oppure le griglie di aerazione sono posizionate in modo da non consentire la libera circolazione dell'aria, non ci resta che intervenire con una aerazione forzata. Esistono in commercio delle piccole ventole, con un comando manuale o tramite termostato, che permettono di ovviare a tali difetti di costruzione.
b) cavi di collegamento: normalmente i nostri frigoriferi funzionano meglio a 200 volt anziché a 12 volt; ciò é dovuto senz'altro ai sobbalzi e alle variazioni di livello che provochiamo durante la marcia al fluido circolante. A volte però é dovuto anche ad eccessiva caduta di tensione nei cavi di alimentazione a 12 volt. Il rimedio possibile é quello di aumentare adeguatamente la sezione (ad esempio 4 mmq per un percorso di 2/3 metri) e di derivare il 12 volt direttamente dalla batteria del mezzo e di alimentare il frigorifero mediante un relè e di utilizzare la precedente alimentazione come azionamento dello stesso. Il funzionamento elettrico rimane invariato (spegnimento del 12 volt a motore fermo) e la modifica è abbastanza semplice.
- Modalità di utilizzo:
a) posizionamento rispetto al terreno: i frigoriferi ad assorbimento funzionano correttamente solo se sono a livello. Normalmente noi cerchiamo di sostare in piano per una migliore vita a bordo; il livellamento del mezzo aiuta quindi anche il buon funzionamento del frigorifero.
b) posizionamento rispetto al nord: i frigoriferi ad assorbimento funzionano scambiando il calore asportato dalla cella con l'esterno; se poniamo la parete su cui é alloggiato il frigorifero a nord ne facilitiamo lo scambio specialmente nei climi molto caldi.

Funzionamento dei Frigoriferi a compressore

Non esistono in questo caso problemi di installazione, ma solo problemi di funzionamento. Il frigorifero a compressione é azionato dall'energia elettrica a 12 volt del camper. Finché siamo in viaggio tutto funziona per il meglio, nelle soste però i consumi di energia sono molto elevati nel confronto di quella accumulata nella batteria di servizio. Esso infatti consuma in un giorno circa tutta l'energia elettrica accumulata in una batteria da 100 A/h. Non ci rimane quindi che fornirgli altra energia a mezzo di pannelli solari o di un generatore a scoppio.